Educare alle emozioni a scuola per relazioni costruttive con se stessi e con gli altri

«Non dobbiamo avere paura di toccare, percepire, esprimere le nostre emozioni. La cosa più facile di questo mondo è mostrare ciò che proviamo…essere ciò che siamo davvero» Leo Buscaglia

Cosa desiderano i bambini nel profondo? Chi sono e cosa vogliono essere davvero? Cosa li caratterizza nella loro specifica unicità?

Solo i bambini stessi sono in grado di rispondere a queste domande. Il compito di noi adulti è proprio quello di accompagnarli a riconoscere la loro unicità. Ogni comportamento è il risultato dell’emozione sottostante.

 

Educare i bambini ad ascoltare, riconoscere ed accogliere le loro emozioni, significa permettere loro di imparare a muoversi attraverso ciò che li potenzia. Questo significa anche permettere loro di agire per la loro stessa realizzazione, il loro ben-essere.

Oltre a questo, educare alle emozioni a scuola e a casa è necessario per permettere loro di avere relazioni costruttive con se stessi e con gli altri. Nelle scuole infatti, troppo spesso oggi ci troviamo a vedere trascurati gli aspetti emozionali del processo di sviluppo del bambino, a vantaggio di quelli puramente cognitivi. La mia esperienza di insegnante e di Coach Educazionale mi porta a verificare in tante situazioni di apprendimento, la stretta osmosi esistente tra la componente emozionale e quella cognitiva.

Il ruolo che ha l’adulto nello sviluppo emozionale di un bambino in crescita è determinante.

Il suo atteggiamento, le sue aspettative, le sue parole, la fiducia che ripone nelle capacità del bambino, possono avere un grande peso nella crescita.

L’adulto può sostenere o impedire, facilitare o ostacolare qualsiasi azione conoscitiva e di crescita del bambino stesso. Educare alle emozioni a scuola, così come a casa, è sostanziale.

“Efficienza” sembra essere la parola chiave della società del futuro. Dinamismo, intraprendenza, incisività e efficacia appaiono oggi i valori più apprezzati. L’efficienza è sì necessaria ma non è un criterio sufficiente e unico, soprattutto per l’espressione dell’autenticità di ciascuno.

Lo sviluppo dell’intelligenza è inseparabile da quello dell’emozionalità. Questo comporta sicurezza, fiducia, curiosità, passione, amore, entusiasmo e coraggio. Sono tutte molle indispensabili per la realizzazione di ogni persona. Se è vero che a volte l’emozionalità può soffocare la conoscenza, metterla in scacco, è altrettanto vero che senza le emozioni la conoscenza risulta vuota, sterile, fine a se stessa.

Allora, cosa è necessario?

Educare alle emozioni a scuola. Introdurre percorsi per attivare e praticare l’intelligenza emozionale. Questo permette la costruzione di relazioni costruttive con se stessi e con gli altri per un clima basato sull’armonia, la sinergia, la condivisione e il gioco di squadra.

Allenare i bambini all’ascolto, al riconoscimento e all’accoglienza delle proprie e altrui emozioni permette loro di trasformare le emozioni depotenzianti in potenzianti. Viene così migliorato l’apprendimento, il clima della classe, i rapporti con gli insegnanti e tra gli studenti stessi e sostiene la loro crescita interiore.

 

Se ve lo siete perso trovate QUI l’articolo sullo stare bene con se stessi per stare bene con gli altri.

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